Ariel Jacobs è stato il grande mentore di Romelu Lukaku, il tecnico che lo ha lanciato nel grande calcio ai tempi dell’Anderlecht. Era solo questione di tempo, era solo questione di essere lì, in quel momento, allorchè quel ragazzo col sangue africano era pronto per gridare al mondo il suo nome. In seguito la storia s’è evoluta, Lukaku è volato in Inghilterra e adesso è il simbolo della Milano nerazzurra. Jacobs lo racconta a Tuttomercatoweb.com, partendo dalla più scontata delle domande e delle impressioni.
Si sarebbe mai aspettato questo Lukaku all’Inter?
“Devo essere onesto, no. Allorchè è venuto in Italia, conoscevo il profilo di Romelu. Veloce, rapido, non sono le caratteristiche perfette per la Serie A: è stato straordinario e ha palesato i passi da gigante che ha fatto in carriera. Segna ma non solo: la cosa più importante è che fa grandi gare pure per i compagni”.
A questo punto ha in testa un sogno. Lo Scudetto.
“Vorrebbe davvero vincerlo, era davvero arrabbiato l’ultima volta che non sono andati in testa. Questa volta il Milan ha perso, è primo in classifica: non dico che è ossessionato ma farà ogni cosa per restarci, fino tutto sommato”.
Vi sentite molte volte?
“Regolarmente, si, ci sentiamo. E’ davvero contento, si sente davvero bene, si sposa molto bene con la squadra e con il tecnico”.
Conte, il suo nuovo ‘guru’.
“La cosa più importante è che sa che il tecnico, Conte, l’ha voluto fortemente. Gli ha dato grandissima fiducia e questo per uno come Rom è indispensabile”.
Sarà il grande trascinatore pure del Belgio all’Europeo?
“Credo di sì. Prima di venire in Italia, ha dovuto combattere e lottare contro parecchi giudizi in Belgio. Sembrava non fosse più contento di venire in Nazionale ma le cose sono cambiate: c’è tanto talento in Nazionale, vedi Hazard, Mertens, Witsel, De Bruyne, ma con tutta questa qualità tutti possono essere rimpiazzati. Ma non lui. Per come vanno le cose, se non gioca per un infortunio, sarebbe un grandissimo problema per il Belgio”.
Ne sta nascendo uno nuovo, uno come lui?
“Puoi produrre parecchi giocatori del reparto arretrato, parecchi mediani, ma ci sono due posizioni ove devi avere fortuna: portiere e numero nove. Allorchè ce li hai, fai già la differenza. Siamo già fortunati ad avere lui e Courtois”.
Image:Getty
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