Matteo Marani nel suo commento per Tuttosport si sofferma sulla partitissima di questa sera fra Inter e Juventus: “Derby di taglia, più che d’Italia. Di taglia per stabilire quale sia la misura reale di Inter e Juventus e quali siano le rispettive speranze dentro un torneo sin qui dominato dal Napoli di Spalletti e dal Milan di Pioli. La notizia vera è che, dopo 10 anni di successi bianconerazzurri, nove della Juventus e uno interista, per la prima volta il duopolio è conteso da altri. (…) Viste le ultime gare, dunque, stasera sarà l’Inter a impostare l’incontro, tenuto conto pure della grande spinta del pubblico di casa. La Juve lascerà quasi certamente ai rivali l’iniziativa e proverà a colpire negli spazi lasciati vuoti, con Chiesa, con Morata, con uno fra Cuadrado e Bernardeschi, se saranno loro a occupare le due fasce. La Juve ha cessato da tempo di essere padrona incontrastata dello scudetto, e nemmeno vorrebbe avere più il peso dello status. Simboli come Chiellini e Bonucci parlano di umiltà ritrovata, Allegri ha indicato ieri l’Inter come favorita per lo scudetto. Significa che la Juve, dentro di sé, si è vestita da squadra operaia, nell’impostazioni sul terreno di gioco e nelle parole di accompagnamento. E allorchè fa questo, come dice la storia, pure quella recente, sa essere molto più pericolosa di allorchè rincorre un’identità lontana dalla tradizione. Per la Juve la chiave sarà nella tenuta della difesa contro Dzeko e Lautaro, 11 gol in due, per l’Inter nei piazzati, su cui è la squadra più forte. Derby di taglia, perché capiremo stanotte chi – delle due ultime regine del mondo del pallone italiano – è pronta a contrastare la forza di Napoli e Milan”.
Matteo Marani nel suo commento per Tuttosport si sofferma sulla partitissima di questa sera fra Inter e Juventus: “Derby di taglia, più che d’Italia. Di taglia per stabilire quale sia la misura reale di Inter e Juventus e quali siano le rispettive speranze dentro un torneo sin qui dominato dal Napoli di Spalletti e dal Milan di Pioli. La notizia vera è che, dopo 10 anni di successi bianconerazzurri, nove della Juventus e uno interista, per la prima volta il duopolio è conteso da altri. (…) Viste le ultime gare, dunque, stasera sarà l’Inter a impostare l’incontro, tenuto conto pure della grande spinta del pubblico di casa. La Juve lascerà quasi certamente ai rivali l’iniziativa e proverà a colpire negli spazi lasciati vuoti, con Chiesa, con Morata, con uno fra Cuadrado e Bernardeschi, se saranno loro a occupare le due fasce. La Juve ha cessato da tempo di essere padrona incontrastata dello scudetto, e nemmeno vorrebbe avere più il peso dello status. Simboli come Chiellini e Bonucci parlano di umiltà ritrovata, Allegri ha indicato ieri l’Inter come favorita per lo scudetto. Significa che la Juve, dentro di sé, si è vestita da squadra operaia, nell’impostazioni sul terreno di gioco e nelle parole di accompagnamento. E allorchè fa questo, come dice la storia, pure quella recente, sa essere molto più pericolosa di allorchè rincorre un’identità lontana dalla tradizione. Per la Juve la chiave sarà nella tenuta della difesa contro Dzeko e Lautaro, 11 gol in due, per l’Inter nei piazzati, su cui è la squadra più forte. Derby di taglia, perché capiremo stanotte chi – delle due ultime regine del mondo del pallone italiano – è pronta a contrastare la forza di Napoli e Milan”.
Image:Getty
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