Punti semplice, il Napoli non sta viaggiando a una media troppo diversa rispetto alla scorsa stagione. Dopo 32 giornate ha tre punti in più rispetto allo scorso campionato: non sono pochi, ma se nella giornata odierna le prospettive sono diverse è in maggior misura perché in questa Serie A non c'è l'inter di Conte, lukaku e Hakimi, perché la juventus è tornata a fare la Juventus troppo tardi e perché il Milan – esattamente come il Napoli – è leggermente migliorato in termini di punti rispetto a un anno fa. Ma leggermente, appunto.
Punti semplice, il Napoli non sta viaggiando a una media troppo diversa rispetto alla scorsa stagione. Dopo 32 giornate ha tre punti in più rispetto allo scorso campionato: non sono pochi, ma se nella giornata odierna le prospettive sono diverse è in maggior misura perché in questa Serie A non c'è l'inter di Conte, lukaku e Hakimi, perché la Juventus è tornata a fare la Juventus troppo tardi e perché il Milan – esattamente come il Napoli – è leggermente migliorato in termini di punti rispetto a un anno fa. Ma leggermente, appunto.
E allora, pur dopo la quinta sconfitta interna in campionato, la squadra di Spalletti è tuttavia in corsa. “Non è finita finché non è finita”, ha pubblicato sui social questa mattina il club partenopeo. Una tautologia, una fiducia derivata dal secondo 0-0 consecutivo del Milan che per questo ‘rimane' a soli due punti.
Ma questa squadra, che nella giornata odierna conta sul terzo migliore attacco nonostante il maggior numero di rigori ricevuti (11) e realizzati (8), ha quest'anno in Osimhen l'unico e solo terminale offensivo. L'attaccante nigeriano è a quota 12 gol in campionato, per questo molto lontano da chi lotta per la classifica cannonieri, eppure è per distacco il miglior marcatore dei partenopei, nonché l'unico in doppia cifra. Al secondo posto c'è mertens, che forse andrebbe considerato ancora in ottica del rush finale, insieme a un Insigne che ma – senza i gol dal dischetto – sarebbe fermo a quota 1 gol. E qui c'è il vero problema. Politano, l'altro esterno d'attacco titolare, è a quota 2 gol: come Koulibaly, peggio di Rrahmani. Quest'anno Spalletti ha ritrovato i gol dei suoi giocatori di centrocampo ma ha perso quelli degli esterni d'attacco. C'è lozano a quota quattro: in termini realizzativi il messicano ha fatto meglio rispetto a chi gli è dinanzi, ma questo dato non ha mai portato a un cambio di gerarchie.
In generale, l'impressione è che senza gli spunti di Osimhen l'offensiva del Napoli non abbia grosse altre soluzioni. I numeri in alcuni casi sono impietosi e in ottica del rush finale vanno analizzati. Perché il Napoli rimane in corsa, perché per Spalletti e i suoi ragazzi c'è tuttavia una speranza, nonostante l'ennesima debacle casalinga.
Image:Getty
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