Il successo di Udine ha chiuso definitamente la stagione della Juventus iniziata ad agosto contro il Sassuolo e terminata alla Dacia Arena nella serata di ieri. Un’annata fra 4 competizioni, 56 gare, 10 punti di penalizzazione in Serie A che portano al settimo posto e in maggior misura, per il secondo anno di fila, 0 trofei.
La partenza horror e le 8 vittoria di fila. Dopo la penalizzazione.
Un avvio tutto da dimenticare per la Juventus di Allegri quello dell’anno 2022/2023 con soli 13 punti conquistati nelle prime 9 uscite in Serie A. Da lì la scossa che porta a 8 vittorie consecutive, senza subire gol, fino alla batosta di Napoli (5-1 per gli azzurri) di metà gennaio che ha messo la parola fine alle ambizioni scudetto di Madama e dà via a una seconda parte di stagione sotto lo scotto della penalizzazione in classifica prima di 15 e in seguito, in maniera definitiva, di 10 punti che dà un significato tutto diverso ai mesi successivi. La terrificante Champions disputata dalla Juventus viceversa s’è palesata ben prima della spada di Damocle dei punti tolti alla squadra che possono aver inficiato sull’umore della stessa. Massima competizione europea da 5 sconfitte e una vittoria, con 3 punti messi in cascina, al pari del Maccabi Haifa, che grazie alla differenza gol hanno regalato l’Europa League ai bianconeri eliminati in seguito, da favoriti, in semifinale dal Siviglia.
Dall’obiettivo scudetto al secondo anno senza trofei.
Per comprendere bene quella che è stata la stagione della Vecchia Signora basta tornare allo scorso luglio allorchè Massimiliano Allegri dalla tournée degli Stati Uniti stabiliva l’obiettivo stagionale della sua squadra: “La Juventus come spesso succede parte per centrare tutti gli obiettivi. Quest’estate sono arrivati calciatori importanti, alcuni di esperienza e altri giovani, è il secondo anno insieme per questa ragione partiamo già da una buona base. Dopo essere rimasti un anno senza trofei, per la prima volta in dieci anni, abbiamo il dovere di vincere lo scudetto“. Ecco, i risultati sono stati tutto fuorché attesi con un’annata da 17 sconfitte nelle 56 gare giocate e una meta mancato dietro l’altro che hanno, dopo dieci anni di trofei sollevato, dato vita un secondo anno di fila (sempre sotto la guida del tecnico livornese) senza coppe per un club che ultimamente non è più in linea col suo motto “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”.
Image:Getty
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