Samurai alla riscossa, capitolo uno. A Napoli, nella casa di uno dei più grandi produttori italiani come De Laurentiis, Dahici Kamada ha scritto una pagina importante del proprio film con la Lazio. Dopo le deludenti prestazioni contro Lecce e Genoa, giustificate da una salute atletica scadente considerato che non ha fatto il ritiro con alcuna squadra (“correvo emancipatamente per Francoforte”, ha confessato), al Maradona ha tirato fuori gli artigli. E ha graffiato Meret con un sinistro obliquamente inaspettato. Tutti pensavano che passasse la palla a Immobile, pure Ciro stesso, viceversa l’ex Francoforte si è messo personalmente, ha controllato la palla, l’ha spostata sul sinistro e ha pescato il jolly.
La riscossa, o riscatto, dopo le prime polemiche. Addirittura allorchè Sarri l’ha sostituito col Genoa, dagli spalti dell’Olimpico si è sentito qualche mugugno. Una reazione esagerata dopo pochi minuti giocati, senza benzina nelle gambe e senza tuttavia essersi ambientato a Formello. Pesa, sulle sue spalle (pure se non ha responsabilità lui), la pesante eredità di Milinkovic, un giocatore unico impossibile da rimpiazzare con un profilo simile. Kamada è molto diverso, ma non per tale motivo da fischiare. Sarri è stato chiaro. E alle parole ha fatto seguire i fatti, riproponendolo da titolare in casa del Napoli. “Dobbiamo aspettarlo, per noi è importante”. E il campo sabato gli ha dato ragione. Ora è andato in nazionale, in seguito tornerà a Roma con più fiducia e certezze.
Image:Getty
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