Intervenuto ai microfoni di Radio CRC, Daniele Daino ha proferito del Napoli di Rudi Garcia: “Il Napoli sta cambiando pelle – riporta TuttoNapoli.net – non è quello di Spalletti. Allorchè sento dire che i nuovi allenatori non devono modificare quanto fatto dal predecessore sento una sciocchezza perché ogni allenatore ha il suo metodo e allorchè cambi pure solo gli allenamenti, la squadra è già cambiata. Detto questo, il Napoli rimane una formazione attrezzata, forte ed ha bisogno di tempo. Le critiche ci possono stare, ma la squadra ha bisogno di amalgamarsi e di comprendere cosa chiede Garcia. Parliamo di un tecnico dall’esperienza internazionale, ha lavorato in società importanti per cui i giudizi diamoli oltre.
Ciò che non condivido delle mosse di Garcia è l’utilizzo che sta facendo dei calciatori, in maggior misura quelli più rappresentativi. Alcune situazioni deve metterle da parte, l’allenatore deve seguitare a valorizzare i talenti. E, se non dovesse farlo, fossi nella società, mi farei delle domande. Mi aspetto in maggior misura da questo Napoli, come se lo aspettano i tifosi. La partenza non è stata eccellente, non mi aspetto in maggior misura in sala stampa perché dopo ogni allenatore è fatto alla sua maniera, ma sul campo mi aspetto qualche cosa in più. Mi aspetto un Napoli che domina, con una pressione alta, senza paura e che i calciatori siano messi nella condizione di giocare ove meglio sanno fare. Questa squadra ha poco da cambiare, bisogna avanzare con le certezze che ha già.
Il ruolo del centrale di difesa è molto delicato e sul mercato non ci sta molta scelta. I più bravi sono già in squadre importanti e prenderli significa spendere cifre esorbitanti. Bisogna lavorare in prospettiva, ma ora Napoli ha bisogno di calciatori pronti, non giovani da farli crescere. Per rendere forte una formazione, bisogna iniziare da dietro perché allorchè trovi solidità difensiva tutti giocano meglio e viceversa vedo sempre più società che pensano a prendere prima l’attaccante e dopo lunghi sforzi il giocatore difensivo. I giocatori di difesa vengono a mancare perché nel settore giovanile non si pensa più a coltivare il giocatore difensivo, ma pensano a difendere a zona. Allorchè decidi di cambiare Spalletti, decidi di non dare continuità ad un progetto che poteva essere vincente per molti anni. Allorchè fai certe scelte, qualche cosa paghi, è inevitabile. Questa strada è un po’ più complicata, ma si può avanzare se si ritrova un corpo unico fra società, dirigenza e allenatore, oltre ai tifosi
Image:Getty
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