I doveri della professione che svolgo mi impongono – eh si, qualcuno me lo chiede anche – di commentare, analizzare, scrivere, parlare pure allorchè non ci sarebbe niente da dire, pure perché tutti già sanno tutto ciò che c’è sapere. E, per questa ragione, avviso già i miei lettori che questo articolo che state leggendo è praticamente inutile e non aggiungerà niente ancora rispetto a ciò che avete ben chiaro da tempo.
Con ordine
Per coloro a cui, tuttavia, non dispiace un po’ di masochismo nel senso esteso del termine (intenso come la tendenza a compiacersi nell’avvilire sé stesso o nel subire umiliazioni), le prossime righe riepilogheranno in modo – si spera – abbastanza esaustivo tutti i problemi del Milan, emersi di nuovo e in modo tanto rocambolesco quanto fragoroso dal Via del Mare di Lecce, ove la squadra di Pioli, in vantaggio di due gol a fine primo tempo, si affare concluso conquistare sul 2-2 da quella di D’Aversa venendo dopo salvata in ultimo dal VAR che ha annullato (giustamente) il 3-2 di Piccoli.
Un déjà vu, nello svolgimento dell’incontro, che ripercorre quella di due settimane fa a Napoli:
– 6 assenti per problemi fisici (Pulisic, Sportiello, Kalulu, Caldara, Bennacer, Kjaer);
– uno stop improvviso e inaspettato poco prima del fischio d’inizio (Kjaer prima del Napoli, Loftus-Cheek, che non ha recuperato dalle fatiche di Champions, ieri);
– un infortunio muscolare nella prima frazione di gioco (Kalulu a Napoli, Leao a Lecce);
– 0-2 a fine primo tempo con un ottimo approccio alla partita;
– un cambio a sorpresa all’intervallo per un altro problema muscolare (Pulisic a Napoli, Calabria a Lecce) che costringe ad un cambio con un giocatore non adeguato (Romero a Napoli, Musah da laterale di difesa destro adattato a Lecce);
– una marea di possibilità sprecate che non permettono di chiudere l’incontro a causa della superficialità offensiva degli avanti rossoneri (e, nel caso specifico di Lecce, pure di due di decisioni errate dell’arbitro Abisso come sul rigore non concesso a Theo per mani evidente di Dorgu);
– il 2-2 della squadra avversaria nel giro di pochi minuti;
– il salvataggio nel finale: Maignan su Kvara a Napoli, il VAR sul gol di Piccoli a Lecce;
– parecchi rimpianti, un altro pari che vale una sconfitta e la vetta che si allontana sempre in maggior misura.
Sempre le stesse cose
Se si vanno a leggere e ad analizzare tutti questi punti nel complesso, viene fuori ciò che ho scritto nel primo paragrafo: ‘ciò che sanno già tutti’. Perché i problemi del Milan non emergono mica ieri e neanche a Napoli, ma sono ora mai datati e appartengono completamente alla gestione Pioli post Scudetto: i parecchi troppi infortuni che limitano tantissimo la forza della squadra e a cui non si riesce tuttavia (dopo anni!) a ovviare e la scarsa mentalità (da comprendere in concentrazione e concretezza per tutti i 90 minuti) della squadra in gare che contano meno di un Milan-Psg o di un Milan-Tottenham.
A questo punto: è utile, in questo articolo di commento del giorno dopo partita, andare a cercare i colpevoli tutto il possibile ciò? Magari sì, magari no. Attualmente la risposta resti fra me e me e fra voi e voi. Tanto, se siete arrivati a leggere fino alla fine questo pezzo totalmente inutile sui problemi principali del Milan che già conoscevate perfettamente, sarete capaci di fare lo stesso pure allorchè ne si parlerà prossimamente di sosta.
Image:Getty
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