Nella sua conferenza stampa odierno, l’agente di Giovanni Di Lorenzo, Mario Giuffredi, ha proferito per molto tempo del caso che si era creato alcune settimane fa fra il giocatore da lui assistito e il Napoli, raccontando pure quale fosse stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso: “Manna è un mio caro amico, una persona che stimo tantissimo, un ragazzo che sarà al livello di Giuntoli per la grande lungimiranza che ha. Mi dispiace che nei mesi iniziali io sia stato poco collaborativo con lui, mi ha dovuto un po’ sopportare. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata allorchè Manna, nel corso dei discorsi individuali fatti con tutti i calciatori, dice a Di Lorenzo che se fosse arrivata un’offerta l’avrebbe presa in considerazione. Sicuramente Manna trasferisce il pensiero del patron De Laurentiis, che aveva già espresso nella conferenza stampa scorso. Ma allorchè De Laurentiis lo disse in conferenza a noi non toccarono perché era a noi noto che erano generiche, sono cose che si dicono. Allorchè viceversa arriva il direttore sportivo, ti parla direttamente e ti dice questa cosa, è chiaro che tale cosa ha un impatto diverso sul giocatore.
Manna fin dai primi giorni mi aveva detto ma che Di Lorenzo era insostituibile e incedibile, facendomi comprendere che quello di prima era un pensiero del patron. Da quell’istante ma Giovanni ha iniziato a pensare di andar via. Il giorno dopo o la sera stessa mi ha espresso la volontà di cambiare aria. Mettetevi nei panni del ragazzo, che fa 99 cose buone e ne sbaglia una, ma si vede trattato in questo modo, moralmente si sente malissimo. Prima di questo campionato Di Lorenzo ha fatto circa 200 gare col Napoli, senza sbagliarne nessuna. In seguito stare messo in discussione per l’ultima stagione anche ha fatto male. In più c’è stata una parola detta durante la conferenza di Conte dal patron, che disse che si era sentito abbandonato a se stesso. E quella è stata la cosa che ha fatto più male.
Qui entro in scena io. Faccio l’agente, devo tutelare l’interesse dei miei calciatori. Non devo piacere ai tifosi o ai giornalisti. Io ho la fortuna di avere la fiducia dei miei calciatori e non posso mai tradirla. Devo fare sempre e solamente gli interessi dei miei giocatori.
Allora faccio una prima intervista in cui dico che Di Lorenzo vorrebbe avere partire, che il ciclo è finito, me la prendo pure con Calzona. Dopo tre giorni ne faccio un’altra, tuttavia più dura, rivendicando sempre gli stessi argomenti. L’ho fatta in modo duro non perché volevo sfidare qualcuno, né la squadra né i giornalisti né i tifosi. Lo faccio perché voglio scaturire due cose. Avendo avuto un impatto mediatico in questo modo forte, da parte del club mi aspetto due cose: o che si stanchi e mi dica che davvero deve andar via, e a quel punto mi sarei tolto il pensiero. Sono stato mediaticamente pesante per scaturire questa reazione. Oppure la seconda reazione è che la squadra lo tenesse. Ma tenerlo vuol dire che non fosse una situazione forzata, ma davvero voluta. Questi sono stati i due punti che volevo toccare. Nel frattempo Conte tuttavia non c’è, per questo non c’è tuttavia il tecnico e io vado dritto per la mia strada, cercando tuttavia di scaturire queste cose. Ogni volta che parlo con Manna effettivamente dico sempre che Di Lorenzo voleva andar via, non parlavo più col patron che non sentivo dal match col Barcellona.
Image:Getty
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