Il razzismo è una piaga gigantesca, che nel nostro calcio prosegue a essere trattato come un fallo da ammonizione: una cosa quasi normale, insomma, da liquidare con un buffetto; un cartellino giallo, appunto. Quanto accaduto in Inter-Napoli è indicativo, in questo senso, ed è pure piuttosto deprimente.
Koulibaly è stato oggetto reiteratamente di ululati razzisti durante la partita, l’altoparlante ha annunciato già nella prima frazione di gare che non sarebbero stati tollerati ulteriormente, Ancelotti ha rivelato che il Napoli ha chiesto in tre circostanze la sospensione della gara. Viceversa non appena si sono riproposti in modo chiaro e schifoso – subito dopo l’ammonizione del senegalese per fallo su Politano – si è fatto finta di niente. Prima di dirimpetto a questo l’arbitro Mazzoleni non solo non ha sospeso il match, ma ha espulso il calciatore che lo ha applaudito (con tutta probabilità il gesto era rivolto proprio all’arbitro, i compagni sostengono che fosse indirizzato ai razzisti; dettagli, ad ogni modo, dirimpetto alla gravità della situazione). E pure la procura federale non è intervenuta.
Tolleranza verso di Koulibaly: zero. Tolleranza verso dei razzisti: totale.
In questo modo non andiamo da nessuna parte. Se un arbitro non è in grado di percepire cosa sta accadendo attorno a lui, i razzisti continueranno a imperversare. Se numerosi famosi ex giocatori in tv trattano gli ululati alla stregua di un’entrata a gamba tesa, la sensazione di disagio è doppia perché loro non hanno addosso nemmeno l’adrenalina della gara.
Qualcuno spieghi a questi signori cos’è il razzismo: è evidente che non lo sanno. Poveri noi.
P.S. Complessivamente questo, sia chiaro, Inter-Napoli non c’entra niente, né ci interessa il risultato. Dinanzi al resto sono bazzecole, quisquilie, pinzillacchere – avrebbe detto Totò.
Fonte:CalcioMercato.com
Image:Getty
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