Dalla possibilità Napoli, non dipoi di tre mesi fa, all’esonero con la Salernitana. “Sic transit gloria mundi”, vale per tutti e in maggior misura per chi è allena una formazione di calcio. Nei giorni più duri di Rudi Garcia come allenatore azzurro, pure Paulo Sousa saluta Salerno dopo otto mesi, una salvezza, ma pure zero vittorie in questo primo scorcio di campionato. Ventiquattro punti in ventiquattro gare valgono, di conseguenza, l’esonero da parte di Danilo Iervolino.
Dopo le vittorie nei campionati con Basilea e Maccabi tel Aviv, Sousa ha iniziato la sua carriera in Italia con la Fiorentina. Uno shock per la Serie A, considerato che per larga parte del girone d’andata 2015-16 è stato primo in classifica, arrivando praticamente alla sosta nei piani alti. Dopo un inverno rigido, qualche colpo non all’altezza dei Della Valle e tutto sommato il quinto posto, alla fine dell’anno. L’anno successivo arriva ottavo e saluta, facendo sei punti in meno dell’anno passato. Dopo la Cina, con il Tianjin Quanjian, in seguito Bordeaux e Flamengo, prima di arrivare, appunto, alla Salernitana. Senza contare la parentesi Polonia, ove dura davvero poco con 6 vittorie in 15 partite. Questo è il quarto esonero nelle ultime cinque avventure, solamente con il Bordeaux (con il Covid che ha interrotto a metà la stagione) non è capitato.
Solo qualche giorno fa Borja Valero si era messo in campo a favore del suo ex tecnico, a chi gli chiedeva conto del migliore mai avuto. “Dico Paulo Sousa, perché ha un team di lavoro preparato, è molto coinvolgente nel creare gruppo. La sua carriera? Ha un carattere molto forte che forse gli ha impedito di fare una carriera più importante, ma da un giudizio umano e tecnico-tattico, secondo il mio parere ce ne sono pochi in questo modo bravi”.
Image:Getty
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