Durante l’appuntamento odierno con L’Editoriale è intervenuto sulle frequenze di TMW Radio Xavier Jacobelli. Ecco una sintesi di quanto detto:
È rimasto colpito dalla Turchia di Montella?
“Ho apprezzato molto, ma non è una sorpresa perché pure nella fase di qualificazione Montella ha palesato come in poco tempo sia riuscito a dare un’identità alla Turchia. Questo è successo contrariamente di quanto detto da Spalletti, non è il tempo che è mancato visti i risultati ottenuti dalla Turchia”.
Possiamo parlare di fallimento tecnico per la nazionale?
“La parola fallimento è la più appropriata, sono stati analizzati tutti gli aspetti di questa disastrosa spedizione in Germania. Il commissario tecnico si è insediato il primo settembre scorso, Montella il 21 di settembre e le giustificazioni usate non reggono. Pure la scusa del calendario utilizzata dal patron Gravina non regge. La figuraccia stata è rivoltante, quell’obbrobriosa prestazione con la Svizzera è l’emblema del momento. La Svizzera ha strameritato l’ammissione, i singoli riescono a valorizzare il collettivo. Si parla di troppi stranieri in Italia, gli stranieri hanno inciso per il 63,4% con la loro presenza, il Spagna per il 61%, in Premier League addirittura per il 67%. Se non sai valorizzare i tuoi giovani la colpa non è della tua concorrenza, ma di chi non sa valorizzare i propri talenti. Se dei 26 calciatori di De La Fuente ben 17 hanno alle spalle come minimo 50 gare nei campionati con le seconde squadre, significa che devi coprire quel buco nero che ci sta dal settore giovanile alla prima squadra. Se non puoi valutare la crescita dei giovani in un torneo agonistico come la C è in seguito ovvio che i talenti si perdono. Bisogna analizzare tutti questi fattori, certo non ci sta più la generazione dei Totti e dei Del Piero, ma non possiamo proseguire a vivere di passato”.
Il percorso recente della nazionale e del mondo del pallone italiano rappresenta pure un fallimento politico?
“Ci sta la sensazione di un disegno gattopardesco che porti a cambiare tutto per non cambiare niente. Questa sarebbe la soluzione peggiore. Il sei e il nove settembre ci aspettano Francia e Israele in Nations League, da questo torneo nascerà la griglia per le qualificazioni mondiali. Ci sarà il primo mondiale a 48 squadre, se non riusciamo a qualificarci neanche a un mondiale a 48 squadre allora chiudiamo baracca e burattini. È necessario comprendere se questa nazionale potrà avere un presente diverso, ma in maggior misura un futuro”.
Image:Getty
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