Intervenuto ai taccuini dell’edizione di oggi della Gazzetta dello Sport, Fabio Capello ha espresso il proprio parere sul match fra Norvegia e Italia, ove sul terreno di gioco per gli azzurri c’erano tre calciatori che avevano appena disputato una finale di Coppa Campioni: “Io sono consueto ripetere che dalla Serie C alla B ci sono due gradini, dalla B alla A quattro e dalla A alla Nazionale addirittura sei. La maglia azzurra è diversa da quella di un club. Dà una certa responsabilità, perché rappresenti un intero Paese.
E viceversa io ho visto una formazione senza senso di appartenenza, senza amor proprio. Non so se i nostri calciatori sentano o meno l’orgoglio nazionale, ma inevitabilmente non riescono a metterlo bene sul terreno di gioco. E dopo mi faccia aggiungere che non ho gradito certe defezioni e rifiuti…”.
Il riferimento è ovvio che è alla questione legata a Francesco Acerbi: “Non mi è piaciuta la vicenda Acerbi, per esempio. Ok, Spalletti ha sicuramente sbagliato a dire quelle cose pubblicamente, ma un giocatore non può rifiutare la Nazionale. Il giocatore difensivo dell’Inter doveva andare per dimostrare al c.t. che aveva davvero bisogno di un ‘vecchietto’, come l’aveva imprudentemente definito l’allenatore. Viceversa ha riferito no ed è un brutto segnale, significa che il concetto di appartenenza al gruppo non è molto forte. Come pure non ho capito Calafiori…Voleva recuperare dall’infortunio? In azzurro giochi pure non al top, è questione di responsabilità”.
Image:Getty
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