“Questa vicenda della Superlega di un manipolo di squadre di calcio è inquietante ed è il riflesso del mondo in cui viviamo. E racconta benissimo cosa intendiamo allorchè parliamo di disuguaglianza“. Ad affermarlo è il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni.
“Aziende che si occupano (pure) di calcio, con le pance gonfie di debiti, che in una situazione di normalità sarebbero fallite, decidono in autonomia di cambiare le regole del gioco e di distruggere lo spirito sportivo che da decine di anni appassiona milioni di persone, pur di inseguire guadagni facili. Non accettano la competizione con le squadre più piccole, non tollerano di suddividere i guadagni con le cosiddette ‘provinciali’. Ma fanno male i conti. Il calcio – continua Fratoianni – come uomo qualunque altra passione, si regge sui sentimenti di chi lo sta seguendo. E sulla disponibilità di pagare per assistere a un evento, allo stadio o in tv. E per questa ragione non è detto che l’operazione riesca, nemmeno dal parere che a loro interessa in maggior misura. Se decidi che a questo evento non possono partecipare ad esempio il Napoli, gli orobici, il Sassuolo, il Leicester, significa non aver capito niente di ciò che da molti anni anima un movimento“.
“Mi auguro davvero – conclude Fratoianni – che questa storia finisca in cantina. Il calcio deve tornare ad essere degli appassionati e dei tifosi, non dei presidenti di squadre sull’orlo del fallimento. Il calcio è in maggior misura sport, non mercato“.
Image:Getty
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